Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

Se volete scoprire la Valle attraverso i RACCONTI potete cliccare sul pulsantino "Frammenti", oppure scegliere attraverso l'indice alla vostra destra. I numeretti indicano l'ordine cronologico.
Se cercate i gioielli, non avete che da scendere col cursorino, oppure cliccare il pulsantino "Gioielli".
Se volete saperne di più sulle diverse Creature, cliccate "Creature Fatate".

Su, su, guardate, guardate...

domenica 24 agosto 2014

Collaborazioni: un paio di legnetti e una foglia...

Mi resta ancora qualche fettina di legno dipinta dal Luigino, e poi un esperimento...
mi sono rimaste delle foglie in pasta eco-madreperla, piuttosto buone e, avendo accantonato quel tipo di lavoro, le ho "rifilate" al socio.
Per il momento ne ha prodotta una sola, ma, vista così, potrebbe non essere male...
I legnetti sono quasi finiti, questi, poi altri due, poi vedremo, al momento eccoveli.
Uno in Ottone:
Con baby Spiritelli di Natura e Luna...
Una in Rame:
Con la sirena...
Ed ecco la fogliolina...tra l'altro ho provato un wrappaggio un po' diverso dai soliti...
Con il cuoricino sotto...
Visione d'insieme:
Non so, come sono? Io sono dell'idea che i legnetti si potrebbero anche montare da orecchini, sono leggerissimi e meno grandi di tanti cerchioni che vedo in giro, ma l'autore non è dell'idea (per adesso)...
 
 

martedì 19 agosto 2014

Parur-ina d'Agosto...Fiori di Fluorite

Mentre giochicchiavo a fare cuffiette, mi è venuta l'ispirazione di usare dei fiorellini composti di cuori in Fluorite che avevo lì da un mezzo secolo.
L'idea iniziale era di usarli in un gioiello complesso, magari come contorno ad un'altra pietra, ma siccome poi lasciavo sempre perdere, mi sono buttata...

Braccialettino (il moschettone non l'avevo in argento, ma lo prendo e cambio appena i miei amici gioiellieri tornano dalle ferie) e orecchino.
Sferette di Ametista e fiorellini in Fluorite, per l'appunto. Tutto Argento 925 e 800 (per la catenina in nodo orefice dell'orecchino)
Eccoli:
Il braccialettino l'ho voluto fotografare da solo ieri sera...e la luce era un po' penosa...
 L'orecchino, invece, è stato fotografato oggi pomeriggio tra un nuvolone e l'altro...molto meglio, no?
 Insieme:
 Braccialettino da solo, che si vede come la chiusura lasci libero un pendaglino in sferette di Ametista:
Come vi pare? Semplicissimi, solo nodo orefice e una cuffietta semplicissima, ma a me stanno piacendo un sacco! ^_^
Megalomane, eh?

domenica 17 agosto 2014

Ear Cuffs d'Agosto p.3

Credo saranno più o meno gli ultimi, per adesso.
Posto costoro, poi, ragatti, si cambia! E' ora di rimettersi a lavorare seriamente e oggi avrei (quasi) cominciato, ma sarà argomento del prossimo post.
Bene.
Questa volta ho usato il placcato argento, che alcuni che vogliono fare i fighi, chiamano "silver"...viva l'ignoranza, raga!
Generalmente non uso placcato, a meno di poter vendere veramente a pochi euro, in quanto, come sappiamo, appena la patina placcata se ne va, l'oggetto diventa una porcheria, ma l'orecchino, sia  a cuffietta, che con il foro, non sta quasi a contatto con la pelle e nel caso...beh, non è proprio comunissimo avere le orecchie sudate, per cui si può sperare che l'oggettino rimanga bello per un bel pezzo.
Per quanto riguarda invece il filo da cucito, quello 0.3, trovo si sciupi veramente troppo e troppo in fretta, quindi ho optato per una cucitura, dove necessario, in Ottone.
In alcuni casi ho anche fatto qualche aggiuntina in argento.
Eccoli:

Ho ripreso un modello usato mesi fa per un tutorial su Fashion Gems. Ho dei cristallini di Boemia che non uso mai e il metallo argentato è una buona occasione per usare cose graziose, ma non preziose.
Cristallini di Boemia bicono neri e una sfera da 12mm in vetro rosso cupo. I bicono, in effetti, appaiono neri, ma sono molto fumé, ma molto, molto, quindi risultano neri. La sfera è un po' più chiara, ma ha un aspetto simile.
I bicono in fondo sono montati a nodo orefice in argento 800 da 0.4
Questo è molto più semplice: Quarzi Rosa in sfere e sfaccettati e un'Ametista lavanda dalla forma simpatica.
 
 Questo è invece fatto con bellissimi cristallini Swarovski giallo sole e un Quarzetto Citrino a più o meno a goccia pendente in fondo
 Questo è molto semplice: una sfera di Berillo azzurro, non ancora definibile Acquamarina, ma parente stretto...su, non fate quelle facce, è vero!
La forma della cuffietta è diversa dalle solite, meno usata, ma molto di classe, come nell'ultimo sotto...
Che ho fatto per me! Un trifoglio con radice di Rubini-ini e due di quegli Swarovski di prima. Fa un sacco di scena, indossato. ;)
Dunque? Quali sono meglio? Rame, Ottone, metallo argentato, misto?


domenica 10 agosto 2014

Ear Cuffs d'Agosto 2 _ Rame

Buona domenica, vacanzieri e non.
Io sono qui che faccio da balia ad una tartaruga ninja che tenta l'evasione dalla "gabbia" tipo 24 ore al giorno e al solito gatto della vicina, che, anche se normalmente passa qui un terzo della sua vita, va a dormire a casa sua.
Adesso, invece, è qui in pianta stabile (odia stare da solo a casa) per una ventina di giorni.
Il mio Leonardino, invece, è depresso perché la tartaruga è più attiva del suo simile, ma nemmeno lei vuole giocare con lui.
Così, per rallegrare un po' gli animi, vi presento un po' di cuffiette nuove.

Queste sono in Rame, il prossimo post metterò quelle in Ottone.
Dunque: cosa sta bene col Rame? Mi sono chiesta. E mi sono subito resa conto che l'azzurro chiaro ci va a nozze, quindi mi sono buttata a pesce sul Calcedonio.

Io adoooro il Calcedonio, ma in giro se ne trova poco, quasi sempre in sfere, oppure grosso e di solito bisogna accendere un mutuo per accaparrarselo...e poi c'è chi lo chiama Agata Blue Lace!
NON E' AGATA!
L'Agata è un Quarzo microcristallino, mentre il Calcedonio contiene una buona percentuale, variabile, di gel di silice, in pratica di Opale.
Nelle foto non so se si riesca a vedere, ma per quanto la maggior parte del mio Calcedonio sia rimediata alla meglio, alcuni pezzi hanno davvero notevole opalescenza.

Comunque, mentre la Tarta continua a tentare di abbattere a zuccate le pareti della gabbia,
vi presento gli orecchini:
 Questo, a sinistra sopra e qui sotto, come vedete è composto di chips (odio i chips, ma ne ho un bel po') e di pastiglie irregolari forate in centro.
E' un modo stupido di forare le pietre, perché se le si mette una sull'altra, non si vede la loro faccia migliore, così ho tentato di mostrare tutta la pietruzza principale cucendola come vedete, ma l'effetto "orologio" o "ruota" che dir si voglia, non mi piace.
 Così, nel secondo, ho provato una diversa soluzione: infilare la pietra normalmente, per il suo foro, ma flettere il metallo in modo da mostrarla "di faccia". A me pare non sia malaccio come effetto...
 Qui abbiamo invece Calcedonio alternato a Pietra di Luna (vera! Adularia). Sfera piccola in alto, pendente sotto. Le due sferette di Adularia mi paiono armonizzarsi benino.
Mi servivano di dimensioni diverse ed inoltre non volevo "fumarmi" tutto il Calcedonio disponibile.
 Qui sotto, invece, siamo passati alla Prehnite: sfere di diversa misura e pendente.
L'ultimo, mi è stato consigliato da una mia amica: lei sostiene che per il Rame, il Quarzo Rosa sia la morte sua...io ci ho provato.
Il risultato mi pare grazioso, ma preferisco pietre con maggiore contrasto rispetto al metallo.
 Qui visione di coppia...
Peccato si perda un sacco di colore, nelle foto, ma non volevo scurirle troppo.
Che ne pensate?

giovedì 7 agosto 2014

Frammenti: "Come Polvere Nel Deserto" p.:3

Penso che dovreste preparare una scatola di fazzoletti, o un pacco formato famiglia...
Buon viaggio!
(Link ai capitoli precedenti: Parte 2 , Parte 1 )

***************************
[…]
Due settimane dopo ero in viaggio per AkhetAton, nascosta su una barca diretta verso MenNefer[6], da cui avrei dovuto fingere di arrivare.
Per maggior sicurezza avremmo superato la città del faraone e incrociato una chiatta mercantile, proveniente da Nord, dove io sarei salita e tornata indietro per un tratto.

Ero molto triste, sola, spaventata: non avevo mai lasciato Waset, se non per qualche breve soggiorno al Delta, o nelle zone boscose fuori dalla città, e sempre accompagnata. Il mondo mi sembrava improvvisamente immenso e minaccioso ma, allo stesso tempo, non vedevo l'ora di conoscere questo misterioso bambino. Giunsi finalmente alla città eretica e cercai la casa indicatami dal Sacerdote. Mi attendeva una coppia di vere spie, persone fedeli ai Due Regni, che avevano seguito, in incognito, il faraone.

Mi spiegarono come avrei dovuto comportarmi, cosa avrei dovuto dire e cosa no, mi dissero di fingere sempre di pendere dalle labbra di Amenophi, che avrei dovuto chiamare Ekhnaton, e mai avrei dovuto mostrare irritazione o fastidio quando derideva i vecchi dèi o incensava se stesso, né avrei dovuto farmi trovare con oggetti di culto o a pregare, salvo che si trattasse dell’Aton. Avrei dovuto dimenticare Aset e i suoi riti per tutto il tempo in cui fossi rimasta in città.
Ma io ero una novizia, non potevo fare una cosa del genere! Il mio contatto mi mise le mani sulle spalle e disse che il volere della Dea era che io la dimenticassi con il corpo e la tenessi nascosta nel cuore, per il bene di tutti.

Mi fidai, ma stavo male e le lacrime mi pungevano gli occhi.
Non avevo madre, né padre, Aset era stata entrambi. Mi aveva cullata tra le sue braccia di pietra, accarezzata con raggi d'argento, consolata con la brezza notturna, curata con il canto del fiume... non esisteva, per me, dimenticare la mia Dea, anche solo per finta. Mi sentivo molto infelice e smarrita.

La mattina dopo, mi accompagnarono al palazzo reale, dove fui presentata come nuova bambinaia del Principino.
Amenophi, era là: altissimo, magrissimo e con la pancia, con quella faccia cavallina che lo distingueva, declamava se stesso a gran voce affacciato al balcone, assieme a una Nefertiti bellissima, altera e, mi parve, piuttosto annoiata. Poi, prendendoli da ceste ai propri piedi, gettava monili e pezzi d'oro sulla folla esultante.

Era ricca, AkhetAton. Era la città più ricca ed elegante che avessi mai visto, perfino più delle Capitali, fino a pochi anni prima, di un Egitto ricco, prospero e potente, che ora, a confronto di questa nuova città del faraone, erano opache e pesanti, cupe per un malessere che aleggiava su ogni cosa, piene di rabbia tenuta faticosamente a freno.
Qui erano arte e opulenza ovunque, giardini, ville lussuose, oro sulle case e sulla gente, le strade erano piene dei profumi di essenze rare e cibi prelibati. Sembrava non esistessero poveri, malati, infelici e nemmeno vecchi.
C'era da rimanere storditi: sembrava davvero la città degli dèi, mentre il resto dell'Egitto languiva, minacciato, indifeso, allo sbando.
Finsi interesse stringendo i denti e soffocando la rabbia, mentre mi conducevano verso un giardino interno.

Attorno a me sfilava una moltitudine di personale: ancelle, guardie, servitori, dignitari, concubine bellissime, il trucco pesante a nascondere lo sguardo assente e amaro, alcune indifferenti, altre che si scambiavano gesti di rivalità, in quel paradiso di gesso.
Capii che tutto quell'oro, l'opulenza e l'eleganza, nascondevano, più che in qualsiasi altro luogo, fanatismo, intrighi, invidie e chissà quali oscuri segreti.
Avevo davvero paura, ora, ma, appena entrai nel giardino, fui distratta dalle urla entusiaste di un bambino: «Sei qui! Sei arrivata finalmente!»

Non feci in tempo a rendermi conto di chi o dove fosse, che me lo trovai avvinghiato ai fianchi, il visetto schiacciato contro il mio stomaco e rivolto in su a guardarmi con due occhioni dorati dolcissimi. Il mio cuore ebbe un tuffo: non lo avevo mai visto, non ne conoscevo nemmeno il nome, ma lo adoravo.
«Mi aspettavi?» chiesi imbarazzata: «Certo che sì! Ti aspettavo da sempre!»
Io mi sentii avvampare, le ancelle risero. Mi inginocchiai per essere alla sua altezza e lo osservai: «Allora sei tu il mio bambino? Quello di cui mi devo occupare?»
Lui annuì vigorosamente, un sorriso che gli teneva tutto il visetto minuto.
Ci guardammo negli occhi per un momento interminabile e mi resi conto di non trovarmi di fronte a un bambino come tutti gli altri.

*****
Annuii di nuovo, non sapevo che dire: «Non stai bene? Non sei felice di essere con me?» chiese mollando il gioco e appoggiando le manine infangate sulle ginocchia: «Io… tu sei carino, molto carino, ma mi sento sperduta, qui, sai? Devo ambientarmi». Lui si illuminò: «Ma sei contenta di essere con me?» Annuii: «Sì».
Era la cosa più vera che avessi detto da molti giorni a quella parte.
«Allora non preoccuparti, devi solo stare con me, io non ti lascerò mai sola, promesso!»
Era una sensazione strana, essere con lui. Per la prima volta nella mia vita, improvvisamente e inaspettatamente, provavo un senso di pace, come se fossi arrivata a casa e lui fosse la casa del mio cuore. Non importava se, intorno, tutto era estraneo e oscuro: c'era lui e, per quanto mi riguardava, c'era la luce.

*****
 Vidi, a volte, sua madre nei primi tempi del mio soggiorno ad AkhetAton. Una donna giovane, di una bellezza esotica delicata e dolce, quasi l’opposto della Reggente.
Il Principino era molto tenero e affettuoso con Kiya, al contrario di come si comportava con il padre: quando la vide, il giorno dopo il mio arrivo, la chiamò e mi trascinò di peso verso di lei perché la conoscessi e lei, che lo aveva preso in braccio riempiendogli il visetto di baci, si voltò a guardarmi con gli occhi bistrati sofferenti.
Accennò un sorriso e mi sfiorò la guancia con la punta delle dita: «Tu hai cura del mio bambino?» domandò.
Io annuii: «Sì, Signora». Il suo sorriso si fece più ampio: «Abbi cura del mio bambino!». Non compresi esattamente il senso di quella frase, finché, un paio di mesi dopo, Kiya morì.

*****
 
Quando fummo soli, lui si accoccolò in riva al fiume, giocherellando con un giunco nell'acqua per un po'. Io non avevo famiglia, è vero, ma lui, sebbene avesse un gran numero di sorelle, un padre, cugini, fratellastri e un'intera Corte ai suoi piedi, sembrava molto più solo di me. Anche la madre, per quanto fosse una donna dolcissima, non stava molto con lui, almeno in quelle settimane da cui ero arrivata, forse a causa della sua salute.

Gli sedetti accanto, sulla sponda, lui che si asciugava gli occhi tirando su col nasetto di quando in quando, perso nei suoi pensieri.
«Facciamo una preghiera ad Aset?» mi chiese dopo un po'.
«Non vuoi pregare Aton? Questo è dedicato a lui!» Il bimbo scosse la testa: «È Aset che conosce tutti i nomi e tutti i segreti, me lo hai detto tu!».
Annuii: «Ma non è quello che ti insegnano i tuoi precettori e tuo padre».
Lui lanciò il bastoncino nel fiume, seccato: «Il faraone non è mio padre! Non è che un impostore sul mio trono!»

Restai a bocca aperta: «Su... sul tuo trono? No, ma cos… cosa dici, lui è tuo padre, certo che lo è! E il trono è… è suo… voglio dire… no?»
Il bimbo si strinse nelle spalle minute: «Non è mio padre! Lui è soltanto il mezzo attraverso cui sono venuto al mondo! Lui non… non è come me».
Poi si voltò a guardarmi, due occhioni immensi di disperazione: «La facciamo la preghiera ad Aset?»
Trovammo un posto adeguato e nascosto, lì, tra le canne, aspettammo che scendesse il buio, poi gli spiegai il rito, che lui eseguì diligente, più concentrato di un adulto.

Più tardi lo convinsi a mangiare qualcosa: sembrava che, dopo aver benedetto il viaggio della sua mamma, si sentisse più sereno. Quando lo misi a dormire si infilò sotto la mia coperta e mi abbracciò: «Io non ce l'ho più la mia mamma, adesso. Sarai tu la mia mamma?» sussurrò tenendomi le braccine al collo, la fronte contro la mia. Lo strinsi forte: «Certo che lo sarò. Sarò la tua mamma, tua sorella, la tua migliore amica, tutto quello che vorrai!»
«E starai sempre con me, anche quando sarò grande?»
«Sì, se tu lo vorrai.»
«Io lo voglio!»
«Allora starò sempre con te, Dolce Bambino delle Meraviglie».
Nascose la testa nell'incavo del mio collo come un cucciolo e gli cantai una ninnananna perché si addormentasse.»





 
(...continua link p.: 4.)

martedì 5 agosto 2014

Ear Cuffs d'agosto...

Buon cinque agosto a tutti, vacanzieri o meno.
L'estate, così si dice, è la stagione più adatta a sfoggiare orecchini anche più "impegnativi" del solito, vuoi perché si è liberi da cuffie, cappucci o berretti (al massimo ampi cappelli di paglia), vuoi perché spesso ci si lega i capelli, vuoi perché, anche se si rimane in città, l'aria di "vacanza" aleggia su ogni cosa.
Così ho deciso di produrne un po' e ho iniziato da questi. Uno per orecchio destro (ma ho scoperto va benissimo al sinistro, non si nota quasi la differenza), uno per orecchio sinistro.
No, non è il caso di indossarli assieme, starebbe malissimo!

Eccoli qui:
Questo è quello destro interscambiabile. Ottone, roselline in resina sintetica, perletta e goccia sfaccettata in vetro di Boemia. Ca. 25cm 0.8 e forse 50-60 cm di 0.3.
Semplice, ma fa un sacco di scena! ;)

Ed ecco l'altro. Più serio, molto più di quanto sembri. Argento 925 (ca. 25cm), un metro di 0.3, all'incirca, 6 cm più o meno di 0.5.
Occhio di Tigre rosso circondato da piccoli Granati di cui uno a goccia e gli altri a mini biconi, a parte due sferette. 
Sotto, pendente formato da un Granatino per il nodo orefice e un Berillo rosso (matrice).
Le sfere dovevano essere tre, ma una era difettosa e si è simpaticamente aperta in due dopo che l'argento era già stato quasi del tutto piegato, per cui, onde evitare di deformare il filo, piuttosto nervoso, ho dovuto arrangiarmi un po'.
Spero non rovini l'insieme, da vostro punto di vista.
Eccolo:

Veduta d'insieme:
Possono andare?