Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

Se volete scoprire la Valle attraverso i RACCONTI potete cliccare sul pulsantino "Frammenti", oppure scegliere attraverso l'indice alla vostra destra. I numeretti indicano l'ordine cronologico.
Se cercate i gioielli, non avete che da scendere col cursorino, oppure cliccare il pulsantino "Gioielli".
Se volete saperne di più sulle diverse Creature, cliccate "Creature Fatate".

Su, su, guardate, guardate...

mercoledì 30 luglio 2014

Frammenti: "Come Polvere Nel Deserto" p.:2

(Link alla parte precedente: Come Polvere...P.1 )
**********************


 
[…]
Ci incamminammo lungo i viali, verso il piccolo bar con dehor in cerca di tè freddo, dove Marabel poté lavarsi le mani leccate accuratamente da Grigno, che fu molto perplesso: perché mai l'umana doveva lavarsi, se ci aveva già pensato lui, con un lavoro di fino?
«Mi hai detto che tuo papà studiava popoli come Dogon, Aborigeni Australiani e popolazioni siberiane, soprattutto, come mai avete vissuto praticamente in tutte le città con musei Egizi del mondo?» azzardai, una volta al tavolino.

«Oh, fu a causa mia... a un certo punto papà fu costretto a studiare quasi di nascosto aspetti non comuni e non proprio ortodossi della civiltà egizia. Argomenti, come dire, alternativi».
Sollevai un sopracciglio: «Alternativi?»
«Beh, sì» rispose: «Non convenzionali, nonuniversalmenteaccettatidallacomu­nitàscientificaanzi
Sogghignai: «Ma come a causa tua? Sei scappata dal Louvre con qualche reperto?» Le scappò da ridere: «No, magari! Stavo per farlo ad Al Qahirah, ma papà mi ha legata e imbavagliata».
Ero sempre più curiosa e lei doveva aver davvero voglia e bisogno di parlare con qualcuno.
 

«Non avevo ancora due anni quando presi una delle tante malattie infantili e, come succede in questi casi, mi venne la febbre piuttosto alta.
Il pediatra mi prescrisse dei febbrifughi ma, durante notte, accadde un fatto che allora sembrò incredibile perfino a un sognatore come mio padre.
Erano appena passate le tre del mattino, quando i miei furono svegliati da una voce infantile che parlava fluentemente una lingua sconosciuta.

Ero seduta nel mio lettino, del tutto priva di febbre, e continuavo a parlare con tono piuttosto imperioso in quel misterioso idioma. Dopo un po' mi addormentai, e al mattino ero tornata quella di sempre.
Mio padre non ne parlò con nessuno, temendo di risvegliare l'interesse di qualche neurologo troppo zelante ma, poco tempo dopo, ancora una volta durante la notte, mi svegliai e, parlando quella stessa lingua, mi feci portare al balcone, davanti alla Luna piena, dove presi a cantilenare quella che pareva una preghiera.
I miei mantennero il segreto, sperando che il fenomeno scomparisse così com’era venuto, chiedendosi cosa potesse aver causato quell’effetto.

*****
Quando scendemmo, (papà) mi prese per mano e mi chiese di raccontargli quello che sapevo del Faraone Fanciullo.

Poco. Sapevo solo che non volevo più, per nessun motivo, perdere di vista la sua immagine, che non avrei potuto sopravvivere senza rivedere quel viso, anche se non era il suo vero viso, ma una maschera d'oro e smalti.

Lui prese uno di quei grandi, misteriosi libri e, incredibilmente, strappò con cautela una pagina con la foto della meravigliosa immagine e me la regalò. Ricordo che la presi reggendola con la punta delle dita, trattenendo il respiro per l'emozione, e me la strinsi al cuore. Sentii uno strano calore scendere dentro di me, qualcosa di simile a una carezza e una bevanda tiepida e dolce insieme, a un tempo bellissimo e ancor più doloroso.

*****

Più tardi, l'Egittologo, cautamente, mi chiese se sapessi che cosa fosse successo dopo la morte del giovane Faraone. Feci cenno di no.
Tutto era buio e silenzioso, dopo, come se si fosse spento il Sole e il mondo intero fosse morto.
*****
Avevo quindici anni quando, nella nostra pensione, arrivò uno studioso inglese. Si occupava di regressioni ipnotiche, di cui era pioniere, alle quali lavorava in segreto, onde evitare di essere preso per pazzo totale: erano i primi anni settanta e faccende del genere erano considerate stregonerie. D'altra parte, le sue ricerche ufficiali vertevano per lo più su questioni psicoanalitiche o sulle possibilità di usare l'ipnosi in campo medico.
Così, un giorno, papà gli raccontò la mia storia. L'uomo rimase molto colpito e, a cena, mi chiese se avessi voglia di saperne di più.
*****
Più tardi, mentre la pioggia batteva insistentemente sui vetri, ripensai alle parole di Marabel. C'era dell’incredibile, a parte l'intero racconto, ovviamente.
L'adorazione, ma anche la corrente elettrica che si percepiva quando parlava del Faraone erano qualcosa di oceanico.
Non aveva parlato d'altro che di un abbraccio, di un bacio in fronte, eppure la descrizione, la profondità delle parole e della sua voce, creavano la tensione erotica più intensa e struggente in cui mi fosse mai capitato di imbattermi. Poche parole che mettevano i brividi, facevano venire la pelle d'oca perfino ai sassi!

 



[

(...continua link p.: 3)

domenica 27 luglio 2014

Bracciale Sassolino e Perle

Ecco un bracciale che avrebbe dovuto andare a Celtica...
Solo che, dopo aver sbagliato 4 volte la chiusura, mi sono depressa e non l'ho finito. :(
Ora mi sono messa d'impegno e ho ritentato, sperando che la chiusura mi riuscisse.
Ora, bellina è bellina, ma a me pare troppo grande.
In ogni caso, vedremo se lasciarla così o, ecco...ritentare una sesta volta... :'(

Comunque, eccolo qui:
 Rame da 0.8 e 0.3, perle d'acqua dolce...
 Il sassolino dipinto ad acquarello dal solito Luigi:
Ed ecco la famosa chiusura, con Tormalina nera da una parte e gancio tutto bellino (spero!)
Che ne pensate?

giovedì 24 luglio 2014

Frammenti: "Come Polvere Nel Deserto" p.:1

Come Polvere Nel Deserto


 

 

 

Mentre venivo trascinata dalla furia assatanata del famelico canide, le passai proprio di fianco e mi resi conto che poteva avere almeno trent'anni, come quaranta, o perfino cinquanta... mi ricordava, in modo preoccupante, una Creatura incantata, una di quelle esistenti solo nelle favole, fuori dal tempo e dallo spazio, che dimostrano vent’anni, ma forse ne hanno duemila.

La sbirciavo, basita, quando uno strattone che quasi mi gettò a terra mi riportò alla realtà proprio di fronte al bancone. Presi un panino per me, giusto per non approfittare troppo, e Grigno ottenne due salsicce calde, tutte per lui.

Non c'erano altre panchine libere, così mi avvicinai a quella occupata dalla donna, che ci osservava divertita, e feci il gesto di sedermi al capo opposto: «Posso?» Lei annuì, guardando Grigno con simpatia.
Lui divorò le salsicce, ma continuava a tenere gli occhi sulla donna: «Non tentare di fare l'invadente con la signorina, pozzo senza fondo!» sibilai tra i denti.
Non mi sentì nemmeno, inghiottì rumorosamente l’ultimo boccone, quindi si lasciò cadere ai piedi della poveretta. «Grigno!» lo rimproverai.
Lei rise.

Una risata strana, morbida e vellutata, che pareva arrivare da lontano, come portata da un vento inesistente, in quel giorno di giugno.
Scrollai la testa cercando di mantenere il senso della realtà, ma quell'istante, quel breve istante in cui la donna aveva riso, mi aveva scossa fin sotto le suole.
Per un secondo avevo avuto la visione di un grande fiume, di palme cullate dalla brezza, dune rosate nel sole nascente e, in tutto questo, la sua risata arrivava come il vento nel quale ondeggiavano i palmizi, avvolta dal profumo di gelsomino.
Un attimo. E la realtà era cambiata.

******
«Parigi! Ci sono nata, sai?» Oh, altra coincidenza!
«Davvero?» domandai, forse eccessivamente stupita.

«Oh sì, mio padre lavorava presso il Louvre come antropologo. Si occupava dei reperti provenienti da popoli arcaici, indigeni, sai, come Siberiani, Australiani e Nordamericani e anche di alcuni del centro Africa. In particolare era affascinato dai Dogon, molto prima che la loro storia fosse nota al grande pubblico.»
«Fooorte!» esclamai.
«Mia madre, invece, insegnava tedesco alle superiori ed era più teutonica di una tedesca d'annata. A volte mi chiedo cosa davvero unisse due persone così diverse: lui sognatore, quasi sempre scollegato dalla realtà quotidiana, molto più a suo agio in una sorta di “Tempo di Sogno” personale, lei così pragmatica. Eppure sicuramente si amavano e ancor più certamente si rispettavano.
Nella loro vita hanno litigato rare volte, dimenticando i dissapori nel volgere di pochi momenti. Lei era la sua àncora al mondo fenomenico, sosteneva lui, e lui era la sua porta sull'Oltre. Se ne sono andati tenendosi per mano, superando insieme una soglia cui lui era certo ben più preparato di lei e, per una volta, il più forte.»
***************

«Dovresti provare a usare delle basse frequenze in una gabbia a piramide di cristalli di quarzo e vedere cosa succede. Emissioni sonore particolari potrebbero avere effetti molto singolari, usate con cautela, naturalmente.»
Ehi, questo sì era interessante!
«E che effetti si possono produrre?» esclamai. «Dipende dalle frequenze che usi e da come le fai risuonare con le tue pietre» rispose: «L'ideale sarebbe provare diversi suoni e diverse disposizioni.»
Estrasse dalla borsa un notes e prese a schizzare schemi con appunti a bordo pagina tanto rapidamente che non riuscivo a starle dietro, quindi mi affibbiò una dozzina di fogli che mi fecero pensare a una via di mezzo tra i codici di Leonardo e gli studi di Tesla. Avevo l'acquolina in bocca, ma dubitavo di riuscire a capirci qualcosa.

«Wow, grazie! Non so cosa riuscirò a cavarne fuori, ma... sembra fantastico! Queste cose le hai studiate quando vivevi in Egitto?»
Lei mi guardò, sorpresa: «Studiate? Oh, io... immagino di no, veramente. Mi sono venute in mente adesso, dai tuoi discorsi».
Ecco.
«E suppongo che non siano mai state studiate da nessuno, almeno in questi termini, eh?» indagai.
«Non che io sappia, anzi, ti suggerirei di non mostrarli in giro, quelli. E di tenere per te i tuoi progressi. Ho scoperto che gli avvoltoi abbondano!» mi confidò, spalancando gli occhi in un'espressione innocente, che le faceva dimostrare non più di vent'anni, benché, da come parlava e dalle esperienze che aveva, dovessero essere come minimo il doppio.

Ci salutammo quando Grigno emise un sonoro sbadiglio, un paio d'ore dopo. Non ci promettemmo di rivederci, né ci scambiammo indirizzi o numeri di telefono, ma io sapevo che l'indomani l'avrei trovata ad aspettarmi. Sicuramente non ero io la persona che pareva attendere dall'alba dell'Universo ma, almeno, io sarei arrivata!
Fosse pure cascato il mondo, io sarei arrivata!  



(...continua link p.: 2)

sabato 19 luglio 2014

Tre Pendenti con Sassolini Dipinti

Ecco, avevo ancora un po' di cose da mettere di quelle fatte con Luigi e le metto qui tutte assieme.
Pare che siano molto piaciute, o meglio, io non c'ero, ma a Celtica, nonostante il maltempo e l'ingresso al fest molto più che esoso (cosa che rende le persone poco disponibili a spendere ancora, naturalmente), praticamente siamo stati gli unici a vendere.
Tutto quello che ho postato è andato via, quindi, se qualcuno desiderasse qualche pezzo, dovrà attendere nuove cose.

Procediamo.
Uno è un ciottolo dei suoi, un normale sassolino raccolto sulla riva del fiume, wrappato in placcato Argento e Rame, con il metodo più classico.
Il problema è che, per evitare di coprire il disegno, ho dovuto lavorare più di quanto avrei voluto sulla gabbietta (che bruttissima parola!)
Eccolo:


In ogni caso, posso garantire che NON si impiglia agli abiti e NON c'è pericolo che il sassolino scappi.

Questo, invece, è un pendente in Amazzonite molto chiara.
Si vede che Luigi e io dobbiamo ancora migliorare le tecniche, in quanto, per meglio proteggere il disegno su pietra dura (e molto più difficile da dipingere di un sassolino) ha usato per il fissaggio una vernice molto forte, ma che non lega con i minerali, quindi, mentre ci lavoravo, mi sono trovata praticamente il disegno sui polpastrelli.
Ho provato a fissarlo con semplice smalto per unghie trasparente, ma purtroppo il problema era alla base e il disegno ha continuato a sollevarsi come una pellicina.
Ho dovuto lavorare tenendolo con un fazzolettino di carta!
Si vedono gli spazi vuoti tra i capelli e qua e là, purtroppo non ho una foto dopo il ritocco:
Qui sotto si vedono molto bene le parti rovinate: :'(
 Dietro:
 
Dimenticavo: Ottone, sempre 0.8 e 0.3.
E qui abbiamo la terza: una Giada moooolto chiara, in foto pare quasi bianca, ma giuro che è verdina.
Rame, sempre 0.8 e 0.3
Sana. ^_^
 



Devo dire che questo qui è il mio preferito dei tre....
Ora, passato il Celtic Fest, è ora che mi rimetta a lavorare, ma prima devo fare un bracciale per cui mi è stato già pagato l'argento da un pezzo e io, per ragioni ormai note di problemi familiari, ancora non ho potuto consegnarlo! :(
 
Quindi...buone ferie a voi, io torno a lavorare, ma....
con una notiziola piacevole (spero) almeno per Black Baccarat, Marianna e forse Sonia: presto arriverà la prima parte di un racconto con la partecipazione straordinaria di una vecchia amica...
Lei, questa volta, è solo testimone, ma la sua presenza, beh...diciamo che rende più allegra tutta la faccenda...
Curiosi?

domenica 13 luglio 2014

Ancora ciondolini di Ametista...

Mi dispiace: ho notato che i ciondolini/pendolino non hanno incontrato l'approvazione del pubblico, ma mi tocca. O non posto, o posto quelli, perché quelli ho, al momento e non solo! Ne ho ancora due da fare in Argento, per cui, entro due o tre giorni, mi toccherà postare quelli...magari vi piaceranno di più.

Comunque, i nuovi sono di nuovo uno in Rame, uno in Ottone e uno, sperimentale, in placcato argento e filo gommato blu pavone.
Adoro quel blu, ma ho un po' timore ad usarlo perché non so quanto sia durevole. La gommatura pare piuttosto fragile e penso che, tentando di lucidare la parte argentata, possa venire via.
D'altra parte, ho voluto provare...

Eccoli qui, in fila indiana:
 
 
Laterale:
 
Laterale in ottone: 
 
Laterale su questo in simil-argento:
E una foto di gruppo:
Non so, a me non paiono tanto male! 

mercoledì 9 luglio 2014

Un po' delle solite cose o quasi...due piccole Ametiste

Per il momento tralascio le collaborazioni con Luigi, il quale pare sia sepolto sotto una valanga (dovrebbe essere tornato da Celtica, ma pare scomparso nel nulla) e metto due simpatici, secondo me, ciondolini che potrebbero essere usati anche come pendolini radiestesici da chi fosse avvezzo a cotal dottrina.

Oh, cielo! Sto parlando medievale! O_O

Bene, bando alle ciance! Ecco gli oggettini. Entrambi sono Ametista massiva, o quel che viene chiamato "Quarzo Ametista", tagliata artificialmente per imitare un cristallo naturale, ma...attenzione:
gli aggeggini hanno 4 facce e non 6, come tutti i cristalli della famiglia dei Quarzi! Quindi, nel caso ne trovaste di simili in giro e qualcuno dicesse: "No, sono solo molati!" sappiate che sta mentendo.

Ve li presento. Uno in Rame:


 
E uno in Ottone, un po' più semplice:
 

 
 
Come sembrano?

domenica 6 luglio 2014

Altri pezzi con Luigi...Anelli

Benché ormai siano partiti e, forse, venduti, li posto ora...avendo lasciato appositamente da parte per poterli mettere un po' alla volta, mentre magari sono in pausa nonhovogliadilavorarehogiàdato, tipo adesso.

Dopo un periodo di "cottimo", spesso mi pigliano crisi di questo tipo e poltrisco per un po'.
Ergo...metto due anellini che ho fatto per Celtica alcune settimane fa, sempre con i sassolini dipinti da Luigi.

Uno:




Che dire, Rame e sassolino  con faccine feeriche...in questo periodo, usando Rame o Ottone, non ho controllato la metratura del materiale usato.

Due:



Rame e Ottone sul sassolino a forma di ovetto da cocorita, ma è un sasso, davvero...
Come anello è il mio preferito di quelli fatti finora, come disegno Luigi lo chiama "Bella Swan Con La Stessa Espressione Idiota", ma io lo trovo molto più intelligente.
In ogni caso, montato così mi pare davvero simpatico, ohvvia!

Le misure: uno è 7 e l'altro 7.5, come si vede qui sopra dal calibro.

Come sono?