Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

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Su, su, guardate, guardate...

sabato 29 settembre 2012

Ultime prove: Anelli Quarzo Rosa ed Ematite

Ebbene, come promesso (o minacciato!) ecco gli ultimi due anelli di prova.
Ho usato una coppia di cabochon di Quarzo Rosa, tenuti da parte da tempo immemorabile per un paio di orecchini, per provare ad avvicinarmi il più possibile all'idea che avevo del risultato finale della commissione.
Intanto mi sono pure fatta un'idea della quantità di metallo e delle misure.
Ad esempio, nel primo, qui sotto, ho usato soltanto 4 fili di metallo da 0.80mm da circa 20 cm.
Il risultato, pur grazioso (almeno spero!), era molto lontano dalla mia idea e da quel che so essere il desiderio della committente.
Eccolo:


 
Più o meno. Le foto potevano venire meglio, a dire la verità...la pelle a squama di rettile è dovuta a prolungata esposizione a detersivi per piatti...MAI fotografarsi primissimi piani delle dita dopo lavature di piatti e pentole in cui papino ha fatto bruciare le verdure (pensando di avere spento il gas!)

Il secondo è invece composto da sei fili metallici di 25 cm l'uno. I 5 cm di differenza, oltre al numero maggiore, permettono di creare delle volute adatte ad installare pietrine di contorno.
Al Quarzo rosa, ho quindi aggiunto tre sferette da 4mm di Ematite.
Quando ero piccola il rosa abbinato al grigio andavano forte ed era scoppiata la moda Quarzo rosa/Ematite. La gente comprava Ematite a gògò, in effetti.
Poi, come tutte le mode, è passata e oggi più nessuno si fila la povera Ematite. Che, invece, continua a stare benissimo con il Quarzo rosa...
Ecco qua:
 
Ovviamente questi anelli sono tutti disponibili. La misura va da 6.5 a 8 per quest'ultimo...vero, non lo dico mai...ma essendo i piccini delle prove tecniche, forse non era così scontato che fossero "adottabili".
Rame argentato, Silver Filled, Argento 925.

martedì 25 settembre 2012

Anello Adularia e Granatini

Lo so...o posto poco, oppure esagero. E' una vera vergogna!
Solo che, dal momento che ho un sacchissimo di cose da fare entro fine ottobre e pochissimo tempo per farle, mi sono tuffata a testa prima nel lavoro.
E siccome ho un'urgenza per un anello che ho paurissima di fare, sto facendo prove su prove.
E poi mi viene voglia di mostrarvi i risultati, ovviamente! :D

Questo qui, con la Pietra di Luna (VERA!!!) grigia, cioè Adularia e tre piccoli Granati più una sferetta sul fianco, sempre Granatino, è forse quello che potrebbe essere più prossimo alla commissione. Il cabochon di Adularia, pur piuttosto piatto, ha la stessa misuradi base dell'Opale che dovrò vestire nei prossimi giorni.

Sono occorsi: 156cm (6 pezzi da 26cm) di Rame argentato da 0.70 di diam., 70cm di argento 925 da 0.50, un tre metri circa di Silver Filled 0.30.
misura: 6.5

La mia idea di base era mettere il cabochon verticale, come piace a Black Baccarat, ma lei non voleva proprio saperne! Abbiamo litigato un sacco e mi scappava di mano, scivolava da tutte le parti e scappava via!
Alla fine ho dovuto appiccicarla provvisoriamente con un po' (ehm) di gomma pane alla veretta, per farla stare a posto!
E lei, per vendetta, che fa?!?
Si mette sbilenca!
Comunque, io trovo sia simpatico così, con la pietrolina sghemba.
Eccolo:
Lato 1:
Lato 2:
Primo piano della struttura:
Indossato:
Può andare?

lunedì 24 settembre 2012

Ri-ecco Pensieri Contorti

Eccomi qui.
Come avevo accennato, riposto il gioiellino che io trovo un po' scemo, ma in giro par che piaccia.
Evidentemente, però, non piace a blogger perché, sponte sua e senza alcun incoraggiamento da parte mia, ha arbitrariamente cancellato il MIO precedente post con i VOSTRI precedenti commenti.

Beh, prima o poi riuscirò anche a postare quelle benedette spiegazioni per un paio di pietre...che nel frattempo saranno diventati una decina! Uf!

L'ho chiamato "Pensieri Contorti" perché effettivamente dimostra una mente non proprio  lucida ed equilibrata, cosa che, almeno quel giorno, aveva un suo perché, in effetti...elucubravo su tutorials e idee originali e....
Beh, eccolo:
Dietro:
Rame argentato per la struttura, wrappata in Rame. Due Granatini e due Labradoritine bianche.
Speriamo stavolta resti...
 

venerdì 21 settembre 2012

Anello Acquamarina

'Sera a tutti.
Lo so, lo so, avevo detto che avrei aspettato almeno domani, poi avrei postato una cosina sulle Terre d'Ombra, visto che mi fregio di chiamare questo...progetto, ditta, idea...cosa Valdombra.

Peeeeròòòò....ho appena finito un anellino e siccome me lo sono messo e continuo a guardarlo, ho pensato di mostrarlo al mondo.
In questi giorni ho fatto delle cose che, un giorno, forse, potrebbero diventare tutorials per un certo giornale, ergo non potevo mostrare nulla al mondo.
Questo è MIO e faccio quello che dico IO, oh!

Dunque: gli anelli sono una seccatura tremenda. Basta un fiiiiilo più grande o più stretto e sei fregato. Per un gioiello classico, a fusione, è sufficiente prendere, far leggermente fondere il metallo e modificare leggermente la struttura, ma per i wrappers...E' UN GUAIO TREMENDO!!!!!!!!!
Perciò io detesto fare gli anelli! Anche quelli mobili!
Però devo farne uno molto prezioso e quindi ho deciso di allenarmi.

Ecco qualche fotina, micio permettendo...(Leonardo, leva la coda dalla tastiera, grazie!)

...Laterale 1:
...Laterale 2:
...Da sotto:
Lo so, le mie manine sono vistosamente quelle di qualcuno che non ha mai usato una crema per mani in vita sua e che ha lavato i piatti da poco. Vero. Ma a me quelle robe lì danno un fastiiiiiiidio!!!! Preferisco le manine da tartaruga!
 
 
 
Bene. Acquamarina burattata, di qualità da taglio wrappata in Rame argentato, Ottone e Silver filled.
Per tutta la struttura sono stati necessari 120cm di metallo 0.70 (e poi, ovviamente, l'argento per cucire). La morale è che un anello richiede molto più metallo di quanto ci si aspetterebbe, soprattutto se consideriamo che questo è veramente semplice.
Misura 6.5.
Mi è un po' larghino, ma almeno non stringe e comunque non si perde.
Piace? ^_^

giovedì 20 settembre 2012

Frammenti: "Il Dono" P. 5

Per i visitatori occasionali, ricordo che il post è modificato a causa dell'uscita del libro, rimane un estratto del capitolo.


...Entrare nell’albergo fu un’esperienza indimenticabile di per sé.
Era una specie di incrocio tra Neuschwanstein, la palazzina di Stupinigi e Chaumont.
Ci si arrivava attraversando il minuscolo paese che lo circondava, chiamato semplicemente “Terme”, dove tutti vivevano lavorando alle medesime o per qualcosa che le riguardava.
La via principale si apriva a ventaglio sui cancelli del parco, oltre i quali si entrava in un mondo incantato: era un susseguirsi di angoli boscosi, stagni, fontane, sentieri e viali che si snodavano tra giardinetti pietrosi, orti botanici e un viale centrale fiancheggiato da aiuole alla francese, che portava ad un ponte levatoio, il quale introduceva finalmente all’interno dell’Hotel.

Alcuni clienti passeggiavano lungo il viale o si addentravano nei viottoli che sparivano nel folto dei boschetti, un paio di cavalieri ci passarono accanto e superarono il ponte trotterellando.
Entrati nella corte del castello-albergo, vidi venirci incontro una ragazza… vidi avvicinarsi una figura eterea, slanciata e dalla grazia e bellezza ultraterrene.
Non potevo fare a meno di fissarla ebete perché, non so come e non so se per un mio problema alla vista (che però riguardava unicamente lei), brillava.

Si, intendo che era circondata da un alone luminoso che non dipendeva da riflessi della luce, anzi, era più evidente se passava in ombra.
Aveva, è vero, lunghissimi capelli biondo platino, che ondeggiavano lungo i suoi fianchi ad ogni passo, ma dubitavo che fossero la causa di tale brillantaggine.
E, ora che era vicina, vidi che aveva gli occhi, due per l’esattezza, color ametista. Direi Ametista messicana, no, forse sarda, di quella viola scuro sull’apice e bianco-azzurrato alla base, cosa che va benissimo se sei un cristallo di Ametista, per carità, ma se sei un occhio, o due, di un qualsiasi essere umano, ecco… potrebbe risultare quantomeno inusuale.
E poi c’era poco da fare: quella ragazza brillava.
Avevo letto, in un libro abbandonato su un autobus, di una specie di vampiro mutante che, anziché incenerirsi al sole, sberluccicava come uno swarovski, ma questa era una cosa diversa, un po’ come gli angeli negli effetti speciali di certi telefilm, solo meno intenso.

“Ciao!” esclamò tendendomi la mano: “Sono Joelle Antamatten, tua cugina…”
Io strabuzzai gli occhi: “Bllgrf…”
“Eh?”
“Non preoccuparti, Joelle, lo fa spesso. Anche quando ho suonato per sbaglio l’allarme del bagno di un ristorante ha fatto un po’ così. Ha proprio bisogno di rilassarsi, non trovi?”

Io continuavo a fissarla con gli occhi sbarrati, lei pareva trovare la faccenda molto divertente.
“Oh, davvero? E tu come hai fatto a suonare l’allarme da un bagno?”
La zia alzò il naso, un po’ offesa: “Bohf, che vuoi, pensavo fosse la catenella dell’acqua… sono loro che costruiscono i bagni in modo molto discutibile! Comunque, quando sono uscita, c’era un sacco di gente ad accogliermi! Sembrava una parata!”

Non la stavano accogliendo, naturalmente.
È che la zia era entrata in un bagno per disabili, non aveva trovato la luce e nemmeno la catenella dell’acqua, almeno non al primo colpo, e fuori c’era solo un sacco di gente preoccupatissima per via dell’allarme che continuava a suonare come le trombe del giudizio, mentre io ero impegnatissima a sentirmi un verme.
In quel preciso momento ero altrettanto impegnatissima a cercare di chiudere la bocca e recuperare un minimo di dignità.

“Che bellissimo gatto!” stava intanto dicendo la creatura.
“Sc-scus… mat-mattù com’è che faresti ad essere mia cugina, di grazia?” riuscii ad articolare.
Lei sorrise. Un sorriso abbagliante, nel vero senso della parola, dal momento che la luce che emanava si fece decisamente più intensa: “Oh, si, non di primo grado, ovviamente! Dunque… il papà di Greta, tuo bisnonno, era fratello della mia bisnonna, giusto Greta? Insomma, i nostri bisnonni erano fratelli. Credo significhi che siamo cugine di terzo grado. O quarto. Beh, in ogni caso non ha molta importanza, no?”

Cugina. L’apparizione era mia cugina! Di un grado indefinito, ma cugina!
Però! Chissà se, allenandomi molto, avrei potuto brillare un pochetto anch’io? Elidendo in qualche modo i geni materni, ovviamente.
“Che bello!” balbettai. Lei mi rivolse un altro sorriso molto smagliante, prese la borsa di Micky, che cominciò a farle una corte spudorata (adora le belle ragazze, soprattutto le bionde) e ci condusse nell’albergo: “Per fortuna c’è stata una disdetta, la suite è libera fino a fine mese, se volete!” disse compiaciuta.
Io rischiai di travolgere un paio di signori e di cadere a mia volta, visto che camminavo a bocca spalancata guardando contemporaneamente da tutte le parti.
Il pavimento era ad intarsi in Quarzo bianco, rosa e fumé, che creavano, intersecando la luce delle vetrate gotiche a mosaico, riflessi e disegni che mutavano con l’avanzare del giorno.

Dai soffitti alcuni grandi lampadari di fattura molto atipica rifrangevano la luce di minuscole candele, facendone aumentare a dismisura l’intensità. Erano formati da piccole lastre di quarzo lenticolari, asimmetriche, così da moltiplicare diverse volte la luce di una singola candela all’interno di ogni settore, in una specie di gioco di specchi.
Pensai che fosse un gran bel modo di risparmiare energia e mi ripromisi di studiarmi bene la tecnica, nei giorni seguenti.

Non mi accorsi della reception, né di aver sbrigato quelle ridicole faccende tipo registrarsi, consegnare documenti e prendere chiavi, ma in qualche modo mi trovai a salire uno splendido scalone bianco scintillante. Doveva essere la quarzite estratta da quella famosa frana e c’erano screziature di un giallino molto, molto sospetto. Strizzai gli occhi, rischiando di inciampare nel gradino e di finirci sopra con il naso spiaccicato, ma non feci commenti. Ma che posto era quello?!? Stavo camminando su scalinate di Quarzo aurifero!

La stanza, pardòn, la suite, era in una delle torri e guardava da un lato verso la Serra morenica, dall’altro verso i laghi.
“Qui, se c’è vento, i cellulari prendono e puoi perfino usare internet” spiegò Joelle: “Però devi uscire sulla terrazza e fare in modo che la parete della Serra non sia proprio davanti a te, sennò fa da schermo. Oh, avrai notato che, dall’altra parte, non è esattamente una serra, vero? C’è una parete, contro cui la morena si è schiacciata, molto antica, basaltica. È un simpatico mistero geologico, sai?”
Ma davvero? Incredibile che in quel posto ci fosse un mistero!

“La leggenda vuole che, in un tempo antichissimo, gli uomini avessero iniziato a comportarsi male e avessero compiuto atti malvagi verso Terra Madre. Allora gli Elfi spezzarono l’alleanza che avevano stretto con loro, si ritirarono qui nella Valle dell’Ombra e fecero sorgere dalle profondità della Terra un muro di basalto che impedisse agli uomini di raggiungerla. Ovviamente è una leggenda”
“E beh” sorrisi: “Ovvio!”
“Vero? Lo sanno tutti che gli Elfi non hanno un simile potere, sono i soliti millantatori!” concluse strizzandomi l’occhio.

(....continua link p.:6)

domenica 9 settembre 2012

Serie "The Secret" prima parte

In genere, come è noto, se decido di accompagnare uno o più gioielli da un nome, questo è riferito ad una canzone...
Questa volta, invece...beh...sto facendo un lavoro particolare, forse il più difficile da quando ho iniziato a lavorare con Energie e Pietre. Sicuramente il più difficile da quando ho smesso.
Per questo la serie di Punte grezze non è legata a musica di qualche tipo, ma al film "The Secret".
La prossima serie sarà legata invece a "2075", un film che conosco a memoria, che l'umanità intera dovrebbe conoscere a memoria, invece siamo davvero 4 gatti in croce a conoscere.

Ma veniamo a noi. Sono senza Argento, grazie ad un tizio che prima mi ha chiesto un gioiello bellissimo per la fidanzata, per il quale ho consumato tutto l'Argento che avevo, poi non si è degnato di pagarlo e da pure il cafone...pazienza.
Bello come vi tengo informati sulle mie disavventure, almeno quelle relative all'argomento blog, Hi!Hi!
Quindi ho dovuto lavorare con un Rame argentato 0.40, che non dovrebbe perdere l'argentatura, e con un bellissimo Rame rosato 0.30 (dichiarato, ma al tocco sembra più sottile).
Ecco i primi 4:
Visione uno per uno:
 
 
 
L'ultimo andrebbe visto dalle due angolazioni laterali, ma venivano troppe foto...vediamo in seguito magari!
 

mercoledì 5 settembre 2012

Frammenti: Il Dono P.4

(Post modificato)
Post originale modificato. Restano a disposizione brevi estratti dai capitoli

...Era divertente, la zia Greta. Doveva essere per quello che i miei non la apprezzavano.
A loro piaceva la gente “seria”.
Mia mamma sognava un impiego in banca, o alla peggio alle poste, qualsiasi altra cosa era riprovevole.

Io ero terrorizzata all’idea di finire impiegata in banca, ma di sicuro non avrei avuto problemi a pagare l’affitto e contemporaneamente comprare cibo per me e per Micky.
E magari qualche vestito, non per Micky.
E avrei perfino potuto andare in ferie, qualche volta, magari con Micky… non ci andavo da dopo la maturità. Con un impiego in banca, sarebbe stato tutto diverso.
Ma dove sarei finita io? Sotto lo smalto e la permanente, i sorrisi stampati per clienti che magari vorresti strangolare e poi… non ero sicura di essere in grado di resistere ad uno sportello: contare denaro con la velocità degli impiegati e senza sbagliare, dover leggere numeri su numeri, codici!
Per me, che ricaricare il cellulare è la tredicesima fatica di Ercole, per non parlare di scrivere un iban! No, non posso farcela!

“Da quanto tempo non ti prendi una vacanza?” disse la zia strappandomi ai miei pensieri amari.
“Oh, una dozzina d’anni appena…” brontolai, seguendo con lo sguardo i balzi di Micky sul muro.
“Bene. Allora è ora di farne una, non credi?” chiese con sussiego, accarezzando la tovaglietta all’americana.
Mi voltai sorpresa: “Io non posso andare in vacanza, zia! Sei tu la mia vacanza, finché ti fermi qui: ti porto a cena fuori, ai musei, al cinema… è il massimo che posso permettermi e questo grazie al fatto che mi hai portato cibarie per un trimestre!” esclamai costernata.
“Oh, no, mia cara. Questa non è una vacanza! Io intendo una decina di giorni alle terme in un albergo a cinque stelle in mezzo alle montagne, per esempio. Quella è una vacanza!”
Scoppiai a ridere: avrei dovuto correggere la traduzione dell’Enciclopedia Britannica per potermi permettere una vacanza del genere! Anzi, correggere E tradurre l’Enciclopedia Britannica.

“Dunque” la zia si schiarì la voce: “Ho una prenotazione per due in un posto abbastanza adatto. Tutto pagato. Possiamo andarci la prossima settimana, o quella dopo, se preferisci… dopo Pasqua c’è sempre meno gente, si sta più tranquilli”
Mi cadde il torcetto nella tazza con un denso “splosh!”, facendo schizzare cioccolata sulla tavola e sul mio meraviglioso cristallo.

Non avevo mai lasciato Micky più di due giorni e non gli era piaciuto per niente, anche se era stato dai miei, ipernutrito e ancor più coccolato. “Ovviamente il micio viene con noi!” disse la zia tranquillamente.
Deglutii. E chi ero io per oppormi a cotanta offerta?
“Mia mamma pensa che tu voglia portarmi via per sempre…” abbozzai. La zia sorrise: “Oh, davvero? Ma che buffa idea!”

Mamma mi avrebbe dato filo da torcere.
Ovviamente, vista da fuori, la faccenda sembra ridicola, visto che stiamo parlando di una trentenne che vive da sola ad un isolato intero dalla casa materna, ma, se conosceste mia madre, sapreste che non c’è proprio niente da ridere.
Quella donna, con i suoi pianti e strepiti, con le urla da tragedia greca e le sue terribili scenate, riuscirebbe a mandare nel panico perfino Armin Zoeggeler, “L’Uomo di Ghiaccio”!

Non era contenta che io perdessi tempo lavorando fin da quando avevo quindici anni nei rifugi in Montagna, d’estate, e nelle fiere di minerali d’inverno.
Non aveva permesso che diventassi insegnante di sci, facendomi smettere addirittura di andarci.
Non era difficile: una studentessa che si paga tutto da sola, non può permettersi lo sci di pista, se non ha un minimo di aiuto economico, soprattutto se deve prendere ripetizioni di latino (ehm, non solo) a manetta.

Con la scusa della scuola, mi aveva imposto di tagliare con qualsiasi cosa. Tutto quello che desideravo era vivere nel cuore delle Montagne, ma da anni ero confinata in città.
All’improvviso mi resi conto che da parecchio ormai non vivevo: vegetavo.
Andavo avanti per inerzia, un giorno dopo l’altro.
Le uniche cose in cui speravo erano di riuscire a lavorare per una casa editrice un po’ più grande e diventare editor.
Non me ne fregava onestamente niente di fare l’editor, ma al punto in cui mi trovavo, era la cosa migliore in cui potessi sperare e poi, diciamocelo chiaramente: c’è un sacchissimo bisogno di buoni editors, in giro, sono una razza in via di estinzione, altro che i panda!
 
 

(...continua link p.:5